Trasporto ferroviario locale bloccato per un crollo
Dallo scorso mese di febbraio il sud Italia è tagliato in due per un crollo sui binari ferroviari. Abbiamo chiesto al Ministro Lupi di interessarsi.
Uno dei nodi centrali del trasporto pubblico, ancorché sempre più bistrattato nel corso degli anni, è il trasporto su rotaie, in particolare, per le zone ad altissima densità di popolazione e con una rete stradale altamente insufficiente alle esigenze dei cittadini . Molte città dell’asse compreso tra Salerno e Napoli vedono il mezzo ferroviario quasi come l’unica possibilità reale di mobilità pubblica, che serve pertanto ogni giorno centinaia di migliaia di cittadini.
Fa quindi specie constatare come un evento grave come il crollo della villa d’Elboeuf in Portici, il 5 Febbraio 2014, con la conseguente interruzione del traffico ferroviario a tempo indeterminato, abbia sostanzialmente rilevato il totale disinteressedei mezzi di informazione e della politica tutta.
Come forza politica, ci facciamo pertanto, come spesso accade, carico delle informazioni mancate, ma anche delle azioni che ci competono.
Lo scorso 5 Febbraio, dopo insistenti piogge, parte della Villa del Principe d’Elboeuf, una villa settecentesca di tre piani, crolla sui binari della linea ferroviaria. Solo per un caso fortuito si salva un treno passato appena pochi minuti prima.
La villa giaceva da numerosi anni in uno stato di completo abbandono. Seppure vincolato ai sensi della legge 1089/1939, inserito nell’elenco delle Ville vesuviane del Miglio d’oro, l’edificio versava in uno stato di grave fatiscenza, sospeso tra l’opportunità di una riqualificazione e la minaccia della speculazione edilizia. Le grandi scalinate d’accesso erano state depredate delle balaustre in marmo, e molti degli interni erano in rovina a causa di intemperie ed incendi. Il tetto, costruito con una struttura portante in legno, era crollato in diversi punti. Diverse pareti interne erano state abbattute e molti locali sventrati in seguito ad atti di sciacallaggio mirati a depredarne il rame dei cavi elettrici. La struttura era stata colpita da diversi incendi ed a volte usata da senzatetto come rifugio.
Il 26 aprile 2013, la villa fu venduta ad una cordata di imprenditori ad un prezzo di 4 Milioni di euro, senza che nulla venisse fatto, tanto meno la messa in sicurezza, per finire ancora una volta abbandonata. Ad oggi, la società che ha acquisito il complesso risulta fallita.
Ritornando al crollo del 5 Febbraio, da quel giorno, per ragioni di sicurezza, l’intero traffico ferroviario che attraversa Portici viene sospeso a tempo indeterminato. Da sottolineare che la linea ferroviaria in oggetto riveste una importanza strategica per gli interi collegamenti nazionali. Infatti:
– oggi esiste solo la linea ferroviaria a Monte del Vesuvio (la linea ad Alta Velocità) sulla quale vengono instradati praticamente tutti i treni, anche quelli regionali ed interregionali. Nel caso di guasto di questa linea ferroviaria, l’intero Meridione resterebbe tagliato in due, senza alcuna altra possibilità di collegamento;
– il traffico ferroviario proveniente da Salerno è unicamente di tipo metropolitano e viene fermato nella Stazione di Torre Annunziata Centrale. Il servizio dalla stazione di Torre Annunziata Centrale a Napoli viene assicurato da un servizio sostitutivo con autobus che, a causa dell’enorme traffico e dell’inadeguatezza della viabilità, impiega circa 2 ore e mezza di percorrenza da/per Napoli;
– la linea ferroviaria attualmente soppressa interessa un comprensorio di centinaia di migliaia di abitanti. In questa area, a causa dell’elevatissimo tasso di urbanizzazione, il treno rimane praticamente l’unica alternativa all’automobile. Il disagio per il popolo di pendolari che utilizza il treno per andare a scuola o al lavoro è di fatto enorme. La maggior parte è stata costretta a dotarsi di mezzi propri per spostarsi, con il conseguente incremento di traffico, di inquinamento, di consumo energetico e di rischio di incidenti sulle strade.
– sull’area in oggetto insistono centri di Ricerca, l’Università di Portici, oltre alla presenza delle Ville vesuviane del Miglio d’oro e scavi archeologici di pregio. Da sottolineare che oggi, per raggiungere gli scavi di Pompei, patrimonio mondiale dell’umanità dell’UNESCO, si può utilizzare come unico mezzo di trasporto la Circumvesuviana, che notoriamente non è il massimo quanto a standard di qualità ed efficienza anche a causa delle recenti crisi aziendali che hanno portato ad una consistente riduzione del numero di corse e a saltuarie interruzioni del servizio per motivi finanziari.
Come ciliegina sulla torta, last but non the least, tutta la zona tra Ercolano, Portici e sotto il Vesuvio è una zona interessata dai piani di sicurezza della Protezione Civile in caso di evacuazione a seguito di una eruzione del Vesuvio. Infatti, il Piano di Emergenza della Protezione Civile per il rischio vulcanico nell’area vesuviana e nell’area flegrea, prevede proprio che l’evacuazione del territorio nel comprensorio di Portici-Ercolano-Torre del Greco debba essere effettuato mediante il treno.
Ora, con la soppressione di questo servizio ferroviario, l’intero comprensorio resta a rischio di evacuazione e nessun piano alternativo è stato varato.
Dopo due mesi in cui nulla è stato fatto per ripristinare il servizio, ho sentito l’esigenza, raccogliendo la segnalazione del gruppo di Battipaglia, di richiedere un intervento governativo presso il Ministero dei Trasporti e presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri. Così come qualche giorno prima aveva fatto il collega Sergio Puglia con un’interrogazione al Ministero dei beni culturali.
Il testo dell’interrogazione a prima firma mia è reperibile a questo indirizzo.
http://www.senato.it/japp/bgt/showdoc/showText?tipodoc=Sindisp&leg=17&id=757657