Sbloccaitalia, l’ossimoro di una strategia
Nel decreto sblocca italia, che il governo dice di aver approvato venerdì 29 (quale testo è stato approvato non si sa), si dice che i gasdotti ed i rigassificatori sono opere “strategiche”. Ma cosa vuol dire strategico? Un opera è strategica se risponde ad un obiettivo “alto”, di interesse generale e se ha una prospettiva di lungo termine. Se questa è la definizione possiamo dire che il TAP (trans adriatic pipeline) ed uno dei rigassificatori che vogliono realizzare in Italia siano opere strategiche, ovvero utili? Sia in un caso che nell’altro possiamo dire di no!
Quale sarà il consumo di gas in UE nel 2035? Ce lo dice Eurogas che stima il valore in 530 miliardi di metri cubi (scenario massimo) lo stesso valore del 2003. Dati simili li fornisce ENI. Per l’Italia i dati li fornisce SNAM che stima una domanda al 2023 pari a 74 miliardi di metri cubi (Gmc), quindi inferiore a quella del 2003.
Quanto gas possiamo importare nell’UE con le infrastrutture esistenti? I dati li fornisce il GIE (Gas infrastructure europe) che ci fa sapere che via tubo possiamo importare 530 Gmc e via rigassificatori 197 Gmc per un totale di circa 720 miliardi di metri cubi. Se consideriamo che la produzione interna è di 157 Gmc (dato 2012) e stimando una produzione in decremento al 2035 paria 100 risulta una sovracapacità di importazione, con le infrastrutture esistenti, di oltre il 50% rispetto alla richiesta al 2035.
Ciò detto possiamo continuare a dire che una nuova infrastruttura è “strategica”?
Resta da definire se è strategico differenziare la fonte ovvero i paesi fornitori di gas.In UE il gas russo copre il 28% delle importazioni ovvero circa 135 Gmc che ad un prezzo medio di 380$/1000 mc significa un esborso annuale di poco più di 50 miliardi di dollari. La Russia deve gran parte del suo export (2/3 del totale) alle esportazioni di fossili (gas, petrolio, carbone) e non ha alcun interesse a che l’UE differenzi le sue fonti.
In quest’ottica il gasdotto south steram (che nasce 50% ENI e 50% Gazprom) non differenzia la fonte (che resta la Russia) ma “salta” il nodo ucraina. C’è stata una lunga diatriba tra il south stream e il gasdotto Nabucco che avrebbe potuto fornire all’UE il gas Azero, quello turkmeno e quello iraniano. Il Turkmenistan e soprattutto l’Iran hanno grandissime riserve di gas.
Il progetto del Nabucco era sostenuto dagli USA (che volevano diminuire la forza economica della Russia). Il south steam, ça va sans dire, dalla Russia. Il south steram avrà una capacità di 60 GMC/anno che sommato al già realizzato northstream (che collega la Russia direttamente alla Germania avente la capacità di ulteriori 60 Gmc) permetterebbe alla Russia di esportare quasi tutto il gas di cui ha bisogno l’UE “bypassando” l’Ucraina.
Il gasdotto TAP porterà in UE (via Italia) circa 10 GMC/anno partendo dai pozzi dell’Azerbaijan (campo shar deniz II) ed attraversando la Turchia e la Grecia con un percorso che sarebbe stato lo stesso del Nabucco.
Cosa ha impedito quindi la realizzazione di quest’ultimo? La difficoltà di relazionarsi con l’Iran e soprattutto la forte opposizione russa nella realizzazione del gasdotto trans caspico che avrebbe collegato l’UE con il Turkmenistan. Un opposizione così forte che il direttore della Fondazione energetica russa, Konstantin Simonov, dichiarò che la costruzione di questo tubo avrebbe significato un offesa alla Russia e quest’ultima l’avrebbe combattuta in qualsiasi modo, anche militare.
Insomma una disputa da guerra fredda che in fin dei conti è ancora viva e vegeta nel 2014, sono solo cambiate le metodiche ma i due giganti si continuano a contendere il mondo. Ad oggi l’opzione riguarda, quindi il TAP ed il solo gas azero (10 Gmc di fronte a 462 di consumo attuale) un’inezia che non può affatto impensierire il predominio russo anzi, ne copre le storture. Insomma la classica foglia di fico!
Ecco, se il nostro scopo era dimostrare la non strategicità di queste opere, voità… il gioco è fatto, rien va plus…Il governo rende strategico qualcosa che non serve realmente né all’UE né all’Italia. Il Movimento 5 Stelle continua la suo opera di informazione e contrasto a decisioni sbagliate.
L’analisi sullo #sbloccaitalia continua. Stay tuned