Popolo Saharawi. In una Mozione chiediamo che si risolva il problema
Popolo Saharawi, un intrigo internazionale vecchio di 40 anni e ancora siamo qui a parlarne. Il problema è sempre lo stesso: il controllo delle risorse. Come per la guerra in Iraq era il controllo del petrolio e il problema dei territori occupati palestinesi è relativo all’acqua, nel Sahara occidentale il problema è evidente. C’è la più grande miniera di fosforo del mondo.
Oggi abbiamo presentato una Mozione per chiedere al governo del Marocco un referendum per permettere alla popolazione autoctona di esercitare il diritto all’autodeterminazione.
Qui il link alla Mozione presentata http://www.senato.it/japp/bgt/showdoc/showText?tipodoc=Sindisp&leg=17&id=757758
E qui di seguito il testo e il video del mio intervento in aula di oggi.
Signora Presidente, forse la prima volta che mi è capitato di parlare del popolo Sahara occidentale e del fronte Polisario, avevo l’età dei ragazzi che stanno oggi assistendo ai nostri lavori. È una storia così antica. Sono 40 anni che si parla dell’autodeterminazione del popolo Saharawi. Ricordo infatti che la prima risoluzione è del 1966, quando ancora il Sahara era spagnolo. Quindi anche più di 40 anni.
Mi sembra persino assurdo che dobbiamo parlare in quest’Aula di una questione che dovrebbe essere già risolta. Nel mondo ci sono però tante situazioni che non sono ancora risolte. Forse i motivi per quali non si risolvono alcuni problemi sono sempre gli stessi e sempre relativi al controllo delle risorse. Del resto siamo andati a fare la guerra in Iraq per il controllo delle risorse, perché in quelle zone c’è tanto petrolio.
Il problema dei territori occupati palestinesi è relativo all’acqua. Se dentro Gerusalemme, gli israeliani, all’interno dello stesso acquedotto, della rete dei tubi, hanno 170 litri per abitante al giorno e le zone palestinesi ne hanno 21, forse un problema c’è.
Anche nel Sahara occidentale il problema è evidente. C’è una bella miniera di fosforo, che è la più grande del mondo e il Marocco, che ha illegittimamente occupato il territorio dell’ex Sahara occidentale, è il terzo produttore al mondo di fosfati. Quindi, come sempre, i motivi di queste cose, non sono mai motivi politici, ma solo di sfruttamento e noi siamo qua a ribadire una storia così antica.
Si dice che nel territorio del Sahara occidentale siano presenti grandi risorse che, fortunatamente, l’ONU ha detto che non vanno sfruttate, ma solo esplorate. Tali risorse sono sempre le stesse; petrolio, gas e tanta tanta acqua. Anche nel deserto c’è tanta acqua e l’acqua del deserto è forse più importante del petrolio perché senza petrolio si campa, ma senza acqua si muore.
Siamo quindi ancora qui a parlare di questa storia ed è questa l’assurdità. Qual è il problema se nel 1966 l’ONU disse che la Spagna, che era il Paese che aveva colonizzato questo territorio, doveva indire un referendum per l’autodeterminazione di un popolo? Gli spagnoli se ne sono poi andati, c’è stata la guerra e il fronte Polisario. In una canzone del 1993, intitolata «Tuttapposto», i 99 Posse dicevano che c’erano ancora guai sul fronte Polisario. È assurdo che, dopo vent’anni, parliamo ancora di questa storia. Il problema però è sempre lo stesso.
Ma il problema è sempre lo stesso: qual è la base referendaria? Quando si fa un referendum di autodeterminazione qual è la base referendaria? L’ultimo censimento degli spagnoli è del 1974. L’ONU ne ha fatto uno nel 2000. Ma, guarda caso, il Governo del Marocco incentiva i cittadini del Marocco ad insediarsi nel territorio dell’ex Sahara Occidentale per variare la base elettorale. Infatti, quando si varia la base elettorale il referendum di autodeterminazione di un popolo è influenzato dalle persone presenti sul territorio. Questo fatto di incentivare gli insediamenti mi ricorda un altro posto nel mondo, e non c’è bisogno che vi dica qual è.
I problemi quindi sono sempre gli stessi. Parliamo sempre delle stesse cose. Perché invece non diciamo, in maniera chiara, che lo Stato italiano deve chiedere al Governo del Marocco di scegliere la base elettorale? E forse sarebbe più giusto fare riferimento a quella del 1974, prima che attraverso agevolazioni economiche si incentivassero gli insediamenti di parte dei cittadini del Marocco in un altro luogo.
Occorre avere un po’ di forza. Mi rendo conto che è una storia talmente “antica” che è assurdo se ne debba parlare ancora dopo quarant’anni senza che la questione sia stata risolta. Chiediamo al Governo del Marocco di permettere, una volta per sempre, di fare questo referendum. L’impegno della nostra mozione è semplicemente questo. Abbiamo voluto ricordare perché è accaduto tutto questo: perché la base elettorale è cambiata di 10.000 unità dal 1974 al 2000 e perché non si riesce a fare pressione sul Marocco. Occorre fare pressione sul Governo marocchino ed è quello che chiediamo nella nostra mozione.