Fiducia, ma a chi?
Cittadino Presidente (e cittadini che state fuori, perché qua dentro non c’è nessuno; quindi, possiamo parlare solo a quelli fuori) …questa legge di stabilità, come hanno detto tante persone, contiene tante marchette, tanti interventi localistici. La cosa bella è che questo modo di fare contrasta con un’altra legge dello Stato, la legge n. 196 del 2009, che stabilisce che nella legge di stabilità non possono esserci interventi di natura localistica o microsettoriale. È quindi bello che noi facciamo una legge che contrasta con un’altra legge. Questo comportamento è un disturbo psichiatrico, è uno sdoppiamento di personalità; è la personalità di un Giano bifronte. C’è anche una bella statua di un Giano bifronte nei Musei vaticani, quello stato oltre tevere che è tanto caro a chi vuole finanziare le scuole private.
Tutto ciò è molto interessante. Tante volte in questo periodo ho sentito vari senatori dire: «Porto a casa qualcosa per il mio territorio…». Questo è il modo di fare, che mi sembra veramente triste: ritorniamo al localismo? Il localismo viene anche coniugato dall’evidenza che abbiamo finanziato, ad esempio, la metropolitana di Padova, città della quale il ministro Zanonato è stato sindaco fino a poco tempo fa. Se lo può fare un Ministro, perché non possono farlo i parlamentari? Ecco, il pesce puzza sempre dalla testa.
Noi dovremmo imparare ad essere un po’ diversi. Non c’è neanche una ipotetica direzione in questo disegno di legge di stabilità: è stata completamente disarticolata, annacquata. Non c’è più una direzione. Quello che traspare è che quello che è stato fatto non è né un comportamento progressista né un comportamento liberale. Siete solo dei piccoli democristiani decadenti: questo è quello che è successo.
Facciamo qualche altro esempio. Abbiamo sentito parlare di cuneo fiscale. Bene, riduciamo il cuneo fiscale: diamo più soldi ai lavoratori e riduciamo i costi per le imprese. Intervenendo, però, solo sul cuneo fiscale, senza capire cosa c’è dietro e qual è la politica industriale che dobbiamo fare, curiamo i sintomi di una malattia, ma non curiamo mai la malattia. Quando facciamo questa cosa, è come se volessimo combattere l’ansia con un ansiolitico oppure la diarrea con un limone. Sbagliamo sempre ad agire, e questo modo di agire è veramente sbagliato. Dobbiamo fare una politica industriale diversa, dobbiamo capire cosa vogliamo fare, qual è la direzione che vogliamo prendere, quali sono le cose giuste da fare. Quale politica industriale abbiamo? Abbiamo una politica industriale?
Presidente, voglio solo dire che spesso noi capiamo che non avendo questa direzione non siamo né carne né pesce. Voi che avete fatto questa legge e che adesso ve la votate, siete come i dipnoi, quei piccoli pesci che appartengono ad una specie comparsa sulla terra 400 milioni di anni fa. Questi dipnoi vivono in una tana fatta di muco e resistono per quattro anni alla siccità nei vari laghi africani, e sono un residuo dell’era paleozoica: forse è ora che vi estinguiate, voi che avete elaborato questo disegno di legge di stabilità, e che lasciate spazio all’homo sapiens!