Clima, stai sereno. Renzi, meriti un 4 e 1/2
Nella seduta pomeridiana del Senato di Mercoledì 19 marzo ci è venuto a trovare il Presidente Consiglio, per darti comunicazioni in vista del Consiglio europeo che del 20 e 21 marzo a Bruxelles. Dopo aver parlato circa un’ora. Questo è stato il mio intervento di risposta.
CIOFFI (M5S). Signor Presidente, ho in mano l’ordine del giorno del Consiglio europeo al quale lei parteciperà. Non so se l’ha letto realmente perché, se fosse stato un compito in classe, forse avrebbe preso come voto un quattro e mezzo. È uscito parzialmente fuori tema, considerando che ha praticamente trascurato nelle sue comunicazioni di parlare di clima ed energia e di connessioni tra clima, energia e sistema industriale.
L’energia è una parte integrante della fase storica che stiamo vivendo. Su scala millenaria, l’utilizzo delle fonti fossili rappresenta un unicum non replicabile. Le fonti fossili hanno garantito un indiscriminato aumento della popolazione e la sconnessione del lavoro manuale dalla produzione, con l’utilizzo di coloro che Ivan Illich nel 1974 chiamò «gli schiavi energetici». Tutto questo che prezzo ha avuto? Semplicemente l’innalzamento dei livelli dei gas climalteranti, di cui la C02 è il più noto, nell’atmosfera. Quanto peso può avere questa molecola nella visione del mondo e nello sviluppo della società?
L’Intergovernmental Panel on Climate Change ci ricorda che l’anidride carbonica ha raggiunto il valore più alto degli ultimi venti milioni di anni ed è destinata a crescere dal 30 al 40% nel 2100 rispetto al 2000, e che la temperatura media potrebbe crescere di un valore che varia dai 4 ai 6 gradi. In termini di produzione pro capite di C02, la disparità è fortissima: gli Stati Uniti ne emettono 17 tonnellate per abitante, l’Unione europea 6,75, l’intera Africa 0,93 e l’Afghanistan 0,03, cioè 500 volte meno degli Stati Uniti.
Vede, signor Renzi, affrontare i problemi dell’energia è un atto d’amore che noi dobbiamo fare con noi stessi e con i nostri figli, perciò non riusciamo a comprendere come si possa ancora pensare di avallare un meccanismo perverso come quello del capacity payment.
Nel 2003 con il decreto Marzano (il famoso sblocca centrali) avete fatto costruire più di 25 gigawatt di centrali a ciclo combinato, ma non avete chiuso le vecchie centrali inefficienti. Oggi abbiamo 125 gigawatt di potenza installata e 54 gigawatt di richiesta sulla rete. Le rinnovabili sono molto aumentate e le centrali a fonte fossile soffrono. Cosa fate con il capacity payment? Niente altro che favorire i grandi produttori di energia da fonte fossile, con un valore stimato, al 2017, di 2 miliardi di euro all’anno. Perché invece non affrontare il problema mediante il pieno utilizzo ed il potenziamento dei sistemi di stoccaggio e di accumulo di energia elettrica? Forse perché così non si favorirebbero gli appetiti dei grandi produttori da fossile? È una scelta logica? Quanto pesano sulle sue riflessioni i 100 milioni di euro che arriverebbero nelle tasche di Sorgenia (sa, quella del signor De Benedetti)? Ci pensi, Presidente, ci pensi.
E cosa mi dice del CCS, ovvero del sistema di cattura e stoccaggio della C02? È bene che lei sappia che la direttiva sul CCS, ovvero la 2009/31/UE, fu totalmente gestita dal Regno Unito. Infatti la Commissione incaricò come responsabile della stesura l’avvocato Stocker (inglese), il relatore al Parlamento europeo fu il signor Davies (inglese), e stranamente l’assistente parlamentare di Davies fu piazzato, poco prima che la direttiva arrivasse all’area ambiente, guarda caso, proprio all’area ambiente del Consiglio europeo.
Non sarà che il Regno Unito aveva ed ha l’interesse a utilizzare i pozzi petroliferi del Mare del Nord per lo stoccaggio della C02? E se ci ricordassimo che la borsa sui titoli di C02 era quella di Londra e che il meccanismo del cap and trade ha favorito solo i trader del mercato delle emissioni? Ricordiamo anche che questo meccanismo non ha garantito l’efficacia che voleva ottenere, perché la crisi economica ha prodotto titoli di credito di emissioni falsi (i trader venivano chiamati venditori di hot air) in quanto non collegati ad una maggiore efficienza nel sistema di produzione, ma solo ad una riduzione della quantità di emissioni per una minore produzione.
Vede signor Renzi, io le auguro che ci sia qualcuno che queste cose gliele spieghi, affinché lei non faccia come quei trader e non diventi anche lei un venditore di hot air.